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20.12.2010
Dove si è nascosta la poesia?
La guarigione del corpo dell’altro passa attraverso le mille guarigioni del mio corpo.

Dove si è nascosta la poesia? Oltre la linea di un muro all’ombra delle nuvole? Oppure dentro i nostri infiniti non detti? Il nostro tempo ci inchioda ad un silenzio imbronciato, vorremmo piangere ma le lacrime sono arse all’altare della tecnica. È la svolta, la paura del dietro l’angolo che orma da anni non permette frutti umani. Come sempre è accaduto la poesia riprenderà l’atto, proietterà il futuro, farà innamorare le persone.
Cambiare i nostri atti quotidiani danno il via a visioni del mondo diverse. L’occidente è malato di nichilismo e dalla presunzione del mito dell’individualità, nell’interpretazione peggiore. L’occidente ha bisogno di uno sguardo diverso che apra la conoscenza alle infinite connessioni con il tutto.
La pelle nella pratica clinica non è più il confine tra un Uno ed un Altro, ma è la nuova frontiera della scoperta, spazio infinito per pionieri dell’avventura. Nella pratica clinica la specializzazione ha categorizzato gli atti ed ha chiuso i significati in una oligarchia di senso.
Negli ambulatori bisogna andare oltre le divisioni architettoniche; studiate più per difendere i confini dei Dottori della specializzazione, che per scoprire la frontiera dell’altrove a cui siamo innanzi. La guarigione del corpo dell’altro passa attraverso le mille guarigioni del mio corpo.

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