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26.06.2010
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA DROGA
Di Simone Feder
stiamo cercando di aggredire il malessere dei giovani prima che diventi cronicità:accogliere tempestivamente, e in età precoce,
Anche quest’anno in occasione della giornata mondiale contro la droga, ci aspettiamo seminari, convegni, manifestazioni più o meno pubblicizzate che portino dati, riflessioni, interpretazioni…
Ma quali attenzioni dobbiamo dare a questo fenomeno? Quale sguardo deve accompagnare i numeri che lo descrivono? Quale lettura e soprattutto quale messaggio è importante diffondere in una società sempre così ‘dipendente’ dalla voce dei media?
È di questi giorni una nuova ricerca del dipartimento che sottolinea che i consumatori di sostanze quest’anno sono notevolmente diminuiti.
Ma attenzione … Il sommerso che continuamente incontriamo sulle strade, i sempre più giovani che accogliamo, il disagio che cambia forma continuamente, cercando di sfuggire alle ricerche e alle indagini, senza
dare quasi il tempo di trovare le risposte efficaci…tutto questo ci impone di non abbassare la guardia.
È importante ricordare che ‘dal basso’ le cose hanno un’altra prospettiva, lo sguardo di chi si gioca sul campo e di chi vive in frontiera spesso rivela situazioni molto differenti e per le quali è
necessario intervenire tempestivamente.
Oggi accogliamo nelle nostre comunità anche giovani di 16 – 17 anni che usano in modo sempre più massiccio senza avere la concezione del limite, sostanze pesanti come l’eroina. Le persone accolte hanno fragilità sempre più complicate e profonde: giovani con alle spalle abusi di farmaci che utilizzano per attutire il loro malessere (antidepressivi, psicofarmaci di vario genere), utilizzo
dell’alcol come veicolo di accettazione sociale, relazioni che conoscono solo la porta virtuale per nascere e svilupparsi…
Pensiamo quali messaggi i media passano a loro: quanti gruppi nei socialnetwork che inneggiano all’uso di sostanze, quali testimonianze dai ‘personaggi famosi’, quale oggi il concetto di normalità
che si vuole far trasparire? Oggi c’è quasi la convinzione che convivere con le sostanze è possibile, che tutto è consentito e
basta non essere scoperti. Quando si entra in una comunità ciò su cui si cerca di lavorare è soprattutto il concetto di educazione, di rispetto delle regole, ma come rispetto della vita prima di tutto.
Per questo stiamo cercando di aggredire il malessere dei giovani prima che diventi cronicità: accogliere tempestivamente, e in età precoce, quei giovani in difficoltà e indurli al cambiamento quando la loro persona è ancora in formazione è sicuramente una delle soluzioni vincenti.
Andare nei loro luoghi di divertimento, nelle scuole, nei parchetti, entrare con proposte e messaggi diversi nel loro universo virtuale utilizzando però il loro linguaggio, siamo noi adulti che dobbiamo
cercare il canale di comunicazione giusto, ma siamo preparati a farlo?
Stare con i giovani deve essere la nostra prima risposta a questa giornata e quindi prima di tutto diffondere l’informazione giusta per loro, il messaggio che possa realmente interrogarli e far
vincere la scommessa della vera prevenzione.
Facciamo attenzione a far calare l’attenzione sul problema, a passare il messaggio che i consumi sono in calo perché la prospettiva dal basso racconta un’altra cosa, racconta che il disagio è costante e che il malessere cerca continuamente anche altre vie di fuga. E chi ha i dati del malessere? Eppure è proprio lì che deve concentrarsi la nostra attenzione: capire dove si genera nella vita dei giovani questa ricerca di altro e che li porta poi a star male.
È indispensabile pensare delle politiche ad hoc per loro, le risposte ai nostri interrogativi e alle nostre esigenze possono non essere quelle reali e necessarie per i loro veri bisogni.
Ecco allora che, pensare seriamente a questa ricorrenza quale giornata contro la droga, significa prima di tutto capire che la droga è solo la punta dell’iceberg.
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