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31.05.2010
Don Leandro Rossi un Profeta
l'opera di Don Leandro Rossi prosegue sostenuta da persone che hanno seguito il suo esempio di solidarietà
Con l'iniziativa "Un nome per una via", sono pervenute 2 proposte di intitolazione della nuova strada vicino alla Chiesa di Santa Maria Bambina a Cadilana. E' stato difficile scegliere tra Albino Gavina (già sindaco di Corte Palasio) e Don Leandro Rossi, poi è prevalsa l'idea di onorare un compaesano che ha lasciato traccia di sé anche al di fuori di Corte Palasio, con opere di rilevanza sociale.
Leandro Rossi è nato a Guardamiglio nel 1933, sacerdote cattolico dal 1957, laureato in teologia presso l'Università gregoriana di Roma, parroco a Corte Palasio nella parrocchia di Santa Maria Bambina, dal 1977 al 1994; per vent'anni docente di teologia morale presso il Seminario di Lodi e presso lo Studentato teologico del Pime a Milano, coautore del Dizionario enciclopedico di teologia morale (ed. Paoline 1973) e collaboratore autorevole del quindicinale "Rocca" sul quale ha pubblicato numerosissimi articoli, oltre ad avere scritto volumi editi da Marietti , Gribaudi, Qualevita, edizioni Paoline.
la comunità "Famiglia Nuova" con lo scopo di intervenire contro il disagio giovanile in genere. Nel tempo l'attività si è caratterizzata per l'intervento sulle problematiche legate alla tossicodipendenza.
Oggi "Famiglia Nuova" gestisce 7 comunità di recupero, 1 comunità per minori, 1 servizio multidisciplinare integrato, ed 1 casa alloggio per malati di AIDS, tali strutture sono situate in 3 Regioni: 7 in Lombardia, 1 in Emilia Romagna, 2 in Umbria.
Anche dopo la sua morte, avvenuta il 30 giugno 2003, l'opera di Don Leandro Rossi prosegue sostenuta da persone che hanno seguito il suo esempio di solidarietà, anche grazie ad una consistente eredità che egli aveva ricevuto dalla famiglia e aveva messo a disposizione degli ultimi e dei poveri.
Eugenio Lombardo, cultore della tradizione lodigiana, autore del libro "Leandro Rossi", interpellato sull'intenzione di intitolazione della via, così si è espresso:
"Il dizionario di Teologia Morale è stata la prima pubblicazione successiva al Concilio Vaticano Il ed è dunque una delle sue prime espressioni.
La strada di don Leandro Rossi era spianata verso la più profonda erudizione, e sarebbe stato certamente una penna del Vaticano. Aveva tutte le carte in regola per divenire un teologo di fama internazionale, e certo lo fu fra i maggiori del nostro paese.
il più grosso scandalo che gli si poteva riservare era quello di confinarlo, lui che era un uomo di studi, in una minuscola parrocchia. Ma aveva un motto: "La pietra scartata è divenuta testata d'angolo". E seppe vivere per questo scopo.
Non basta dire che aprì case per recupero tossicodipendenti. Non basta dire che accolse ammalati di AIDS. “Sai chi accolse, don Leandro? Quelli che le altre comunità respingevano, quelli che venivano buttati fuori perchè altrimenti rovinavano il piano di recupero sugli altri, meno deboli, meno drogati, meno ammalati. Quando non c'erano più speranze, non c'era che don Leandro, a cui rivolgersi.”
Se non è chiaro questo, se non si comprende che seppe cercare una ad una le pietre scartate, ma scartate per davvero, allora non si capisce l'opera di don Leandro Rossi, ed allora si compie solo un gesto ipocrita nel tributargli un omaggio. I suoi ospiti perirono, uno dietro l'altro. Ma furono, tutti, assistiti amorevolmente: e non chiuse mai la porta a nessun fuggitivo, nell'ora del pentimento. In ciascuno sapeva cercare e trovare del buono.
Un'altra cosa. Don Leandro era ricco di famiglia. Visse in povertà assoluta. Sua sorella dovette correre a comprare un vestito per comporre degnamente la sua salma. Non aveva nulla, non teneva nulla per sè.
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