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17.05.2010
Trasgressione … ovvero il funambolo caduto.
Maurizio Mattioni Marchetti

La Trasgressione come un fiume in piena, il quale oltrepassa il limite oltre il bene e il male, nel suo flusso verso nuovi confini.

Ciò che è permesso, e ciò che è proibito, il bianco e il nero. Regole cambiate per rimutarsi in altre regole. È danza sulla linea di confine del limite, in una sorta di carnevale, in cui il giorno dopo, si rimettono le cose al loro posto. La trasgressione ribadisce i margini per ridefinire ciò che siamo nel nostro limite di essere umano. La nostra biografia intima è un continuo camminare intorno al limite, perché attraverso la trasgressione ci riconosciamo e possiamo tornare nel flusso della norma. Ci è consentito provare il brivido dell’oltre, per poi ritornare come un pendolo tra la luce e oscurità. Crescere è trovare la giusta via di oscillazione del pendolo. R. Caillois “Nelle religioni primitive, la trasgressione fondava il sacro, i cui aspetti impuri non erano meno sacri degli aspetti opposti. L’insieme della sfera sacra si componeva del puro e dell’impuro.”
Nella nostra narrazione è evidente il cammino tra chiaro scuri e forse solo testimoniando e raccontandoci scopriamo il nostro limite.
Storia di Cristian:
Ho fatto questo tatuaggio (un Joker) quando avevo 20 anni più o meno. Sono andato con la mia ragazza dei tempi, io ho fatto questo tatuaggio e lei ha fatto il piercing, qua nel sopraciglio. Lo volevo avere così…perché faceva figo,non lo so, più o meno…ce l’avevano tutti i miei amici, lo volevo anch’io…però sapevo che…siccome io conosco tanti ragazzi che proprio, per loro il tatuaggio è qualcosa di più di un semplice disegno, proprio gente patita, che ha metà corpo tatuato, e allora mi hanno portato a due o tre raduni a milano e mi dicevano che quando fai un tatuaggio, al di là della motivazione per cui lo fai, per sentirti…deve avere un senso per te, non un disegno a caso. E allora lì è venuto il difficile tra virgolette, perché avevo visto tanti disegni, che però non mi piacevano, cioè, mi piacevano, però non avevano senso per me. Finchè poi ho visto un libro dove c’erano dei jocker che erano tipo questo, e l’ho fatto tatuare come volevo io. Il senso è questa cosa, che rispecchia un po’ quello che sono io. Il fatto di essere un po’ il giullare sempre della situazione e l’ho fatto che salta fuori dalla scatola, come se fosse attaccato ad una molla, perché mi rispecchiava quando arrivavo io magari in un posto dove c’era già una compagnia, di solito, non so se ti è mai capitato, arrivi che c’è già gente ai tavoli e tu ti senti un po’ imbarazzato, perché arrivi dopo, magari ci sono dei discorsi già incominciati e invece io avevo questo modo di fare, di arrivare a fare come questo jocker che saltava fuori dalla scatola e magari con una battuta, rompeva il ghiaccio…e tu quando fai ridere già fai parte…almeno io penso così, in generale alla gente piace ridere. E tu facendo ridere gli altri è più facile per te entrare…se arrivo e faccio una battuta e tu ridi, già ti sono un po’ simpatico, anche se non mi conosci. Era questo mio modo di essere, saltar fuori così all’improvviso.

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