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07.03.2010
L’ASL di Lecco mette in atto nuove strategie contro la droga.
Di Borelli Mauro

Nel settore delle dipendenze da anni si auspica una integrazione dei servizi pubblici con quelli del privato sociale, questo auspicio è strategico per superare la parcellizzazione dei trattamenti.

privato sociale, questo auspicio è strategico per superare la parcellizzazione dei trattamenti. Nella Nel settore delle dipendenze da anni si auspica una integrazione dei servizi pubblici con quelli del consapevolezza che solo l’insieme delle risorse disponibili può essere serio contrasto al fenomeno dell’abuso di sostanze legali e illegali. In questa ottica la Direzione dell’ASL di Lecco si è posta come regia per concertare ed ottimizzare le risorse nel settore. Dalla collaborazione con la Cooperativa Famiglia Nuova e l’ASL è nato il progetto del Servizio Multidisciplinare Integrato Broletto per incrementare il contrasto alla diffusione dell’abuso di sostanze e per ampliare l’offerta ai cittadini nell’ottica di integrazione tra servizi, un esempio tra tutti è la gamma di orario in cui si può accedere ad un servizio ambulatoriale praticamente raddoppiata rispetto all’assetto precedente.
L’ASL di Lecco non solo si è posta l’obiettivo della concertazione dei servizi specialistici ambulatoriali ma ha preso in considerazione la continuità terapeutica residenziale in un’ ottica di ampliare la modalità di presa in carico attualmente già in uso. Soprattutto per rispondere a due categorie di consumatori di sostanze:
1) i giovani ai quali residenzialità flessibili e brevi nel tempo sembrano più rispondenti ai loro canoni culturali.
2) le persone di mezza età con pregressi tentativi di recupero alle spalle a cui una residenzialità di sostegno è più indicata rispetto ad un trattamento terapeutico classico.

Questa modalità di intervento si inquadra in una concezione della persona portatrice di una sofferenza in cui la sua visione del mondo si amalgama nella dialettica della relazione umana.
“Accogliere” significa rispettare e comprendere la visione del mondo della persona nel contesto di una relazione terapeutica che inizia con il raccontarsi.
“Le parti e le totalità evolvono come diretta conseguenza della loro relazione, e la relazione stessa subisce un’evoluzione”. (Levino e Lewontin 1985)
Nella comunicazione non vi è un punto di vista assoluto rispetto all’altro ma una evoluzione continua tra le parti: “le verità opposte non necessariamente si invalidano reciprocamente o dominano una sull’altra, ma stanno fianco a fianco, e invitano alla partecipazione e all’esperimento”. (Goldberg 1980)
Il focus è ricercare e riconoscere il valore del punto di vista della persona ricercando gli aspetti sani sempre presenti in ognuno, in quanto portatore di capacità, di saggezza, di giudizio e di discernimento rispetto alle proprie scelte di vita, anche se non sempre sono ovvie o costantemente fruibili.
Centrale inoltre è “accogliere” ed affiancarsi al processo di cambiamento della persona nella consapevolezza di essere all’interno di un sistema di interconnessioni in cui l’individuo non soltanto crea il mondo ma dal mondo è creato a sua volta.
“qualsiasi reale risoluzione di una crisi deve per sua stessa natura comportare un nuovo modo di essere al mondo. Eppure la resistenza a compiere ciò è grande, ed il processo (cambiamento) non potrà mai avvenire senza diversi e ripetuti Incontri con l’umano nel corso della propria esperienza di vita.” (Kegan)
Ci si propone di Essere luogo (servizi) per il cittadino dove si senta “a casa” (nell’accezione positiva) in cui un posto dove stare è riconosciuto protettivo e facilitatore per il raccontarsi e nel raccontarsi intravedere la possibilità di “stare meglio”.
Fondamentale è non riprodurre un “ambiente invalidante” in cui alla comunicazione delle proprie esperienze, seguono risposte estreme, inappropriate e imprevedibilmente variabili come sicuramente è l’ambiente biosociale di provenienza.
Accogliere la famiglia significa intervenire precocemente su i giovani in modo da offrire spazi di confronto tra le generazioni. Pensiamo che sia importante dare alle famiglie spazi in cui non ci sia solo uno scambio di prestazioni socio-sanitarie ma un luogo in cui le narrazioni tra esseri umani possano favorire l’auto consapevolezza dei rischi rispetto ad alcuni comportamenti i quali non sono sbagliati in sé ma portano a conseguenze drammatiche rispetto ai sintomi che sprigionano.
L’accoglienza e soprattutto la sospensione del giudizio favoriscono la vicinanza tra i servizi ed i cittadini, “andare verso” i gruppi delle varie categorie sociali stimola le persone ad incontrarsi e parlarsi oltre il confine della stigmatizzazione dei sintomi.

Dai dati raccolti dall’ASL di Lecco emerge che nel proprio territorio la lotta all’abuso di sostanze sia legali che illegali non ha di fatto ridotto il problema, anzi dai numeri si evidenzia un aggravamento dell’abuso di sostanze. Per cui si rendono necessarie nuove strategie di contrasto al fenomeno.
In particolare emerge l’abuso di sostanze precoce nei giovani e contestualmente un ritardo nel primo approccio con la cura riabilitativa. E’ sottostimato l’aumento delle problematiche legate all’abuso di alcol da parte dei giovanissimi con conseguenze sociali drammatiche (per esempio vedi morti del fine settimana sulle strade per incidenti d’auto o malattie correlate all’abuso).
L’ASL di Lecco attraverso il sistema dipartimentale ed il Servizio Multidisciplinare Integrato Broletto si pongono con intento collaborativo tra tutti i nodi della rete dei servizi per creare connessioni e continuità terapeutiche per i cittadini. Ponendo la presa in carico della famiglia come punto centrale dell’intervento in quanto risorsa indispensabile per la riattivazione delle abilità consone alla riabilitazione sociale.

Per citare qualche dato dal sistema di rilevazione dei servizi pubblici delle dipendenze di Lecco si evince che: nel 2006 gli utenti in carico ai servizi erano in totale 820 circa, per passare nel 2007 ad un totale di 1073, ed arrivare al 2008 per un totale di 1226. Una costante crescita la quale indica la gravità del fenomeno nella provincia. A questo dato si aggiunge secondo gli esperti che il numero delle persone che si rivolgono ai servizi è solo la punta dell’iceberg rispetto alla reale diffusione dell’abuso di sostanze.
Dai dati risulta che c’è ancora una richiesta forte di cura da consumo d’eroina il 40% degli utenti. Tra il 2007 ed 2008 si stabilizza il numero degli interventi sui consumatori di cocaina il 12,48%, stessa percentuale (12%) per richieste di cura per uso di canabis.
Da un confronto con i dati nazionali l’abuso di sostanze stimolanti come la cocaina è maggiore se non uguale all’uso di eroina, per cui si può supporre che tale bisogno non sia attualmente evaso nella realtà lecchese dai servizi storicizzati dall’intervento sugli eroinomani.
Per questi motivi la strategia aziendale dell’ASL di Lecco pone in essere attività che siano di stimolo all’interno del sistema delle dipendenze in modo che i servizi stessi stimolandosi a vicenda mettono in atto sinergie e strumenti di cura adatti al mondo culturale di oggi.

Borelli Mauro: Direttore Generale ASL di Lecco

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