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17.02.2010
Il bere e la salute.
Di Maurizio Mattioni Marchetti

IL bere è innanzi tutto una scelta libera della persona la quale può consapevolmente aderire a stili di vita più o meno sollecitati da modelli sociali preconfezionati.

Ma una volta intrapreso lo stile di vita alcolico è innegabile il disagio personale,familiare,sociale che esso arreca.
Senza andare a fare la genesi dell’alcol si sa che ha una storia antica, nella quale l’oscillazione verso le sue virtù o il suo opposto continua a tutt’oggi. Da molti secoli è evidente un rapporto amore/odio dell’uomo nei confronti dell’alcol. Da una parte, la gente comune desidera proteggere il proprio diritto a gustare il piacere dell’alcol. Da un’altra parte si tende a negare l’alcol a quei soggetti che ne abusano per impedirgli di danneggiare o distruggere la propria vita o di interferire con la vita altrui. Cosi mentre in alcuni periodi la gente comune e i governanti possono decidere di adottare un atteggiamento permissivo nei confronti del bere, in altri potrebbero giungere ad armare una crociata imponente per porre l’alcol fuori legge una volta per tutte.
Di fatto il bere non è solo un fatto privato ma ha risvolti importanti nei comportamenti umani, costi sociali altissimi (per esempio gli incidenti stradali oppure le spese sanitarie per le complicanze di un uso cronico dell’alcol), ha rischio è la convivenza tra umani per cui non implica solo una responsabilità del singolo cittadino ma ci sono implicanze di responsabilizzazione collettiva.

Una semplificazione dell’ OMS sui problemi fisici, psicologici e sociali causati dal bere per avere una idea di ciò di cui stiamo parlando, divisi per acuti, cioè nelle stato di ebbrezza alcolica, o cronici, cioè ad un uso prolungato nel tempo.
& Problemi fisici acuti: incidenti, danni causati da risse,complicazioni mediche acute.
& Problemi fisici cronici: danni al cervello, neuropatia periferica, ipertensione arteriosa, malattie cardiache, infarti, malattie epatiche, pancreatiti croniche, tumori (orofaringe, laringe, esofago, stomaco, fegato, retto, mammella), malattie della pelle, alterazione del sistema endocrino, alterazioni ematiche, alterazione del sistema immunitario.
& Problemi psicologici acuti: tempi di reazione alterati, alterazione del controllo emotivo, suicidio.
& Problemi psicologici cronici: alterazione della memoria a breve termine, demenza, allucinazioni da alcol, dipendenza.
& Problemi sociali acuti: problemi di lavoro, crimini violenti, guida in stato di ebbrezza, violenza intrafamiliare.
& Problemi sociali cronici: separazione dei nuclei familiari, debiti, problemi abitativi, povertà.
La lista dei problemi è lunga, questo ci dice che sicuramente la questione non va sottovalutata.

Credenze popolari sul bere.

1. “Non mi lascio influenzare dagli altri o dalla pubblicità. Bevo quanto, quando e come mi pare: sono libero.”
Smentita nei fatti, le statistiche ci dicono che un aumento della pubblicità porta un aumento del consumo, l’umano nel gruppo è portato ad omologare il proprio comportamento in funzione dei pari. Questo ci dice che la sfida verso consumi più consapevoli di alcol è culturale.
2. “l’importante è bere poco, moderatamente, la quantità giusta, senza esagerare, senza abusare; basta sapersi controllare”.
Non esiste un bere poco che non porti con se il rischio di subire dei danni o arrecare danni, esiste la condizione che se si decide di bere bisogna assumersi la responsabilità di una azione rischiosa e non nascondersi dietro l’illusione “del bere moderato”.

3. “Vino rosso fa buon sangue”.
Detto popolare che si commenta da solo, se qualcuno ancora ci crede dovrebbe farsi qualche domanda sulle proprie capacità cognitive.

4. “il vino è un alimento”
Questa è una concezione prettamente culturale, è una consuetudine considerare il bere alcol ai pasti come un alimento, in realtà non serve a nulla nell’alimentazione è solo abitudine. Il bere può essere considerato nella sfera dei comportamenti del divertimento e del piacere quindi con tutta una valenza culturale e di intervento preventivo diverso.


Nella realtà ai problemi alcol-correlati si arriva per quantità di alcol che variano da persona a persona, è un “viaggio”individuale” di certo tutti partano cominciando a bere. Nessun alcolista desidera arrivare al punto al quale è arrivato. Gli alcolisti non sono meno intelligenti o meno capaci di altre persone. Lo dimostra il fatto quando smettono e imparano a farne a meno, in sostanza nessun bevitore pure quello moderato può essere certo che non avrà mai problemi. Bere è accettare il rischio di una cambiale a cui non saremo mai certi di onorarla.

Il non bere dunque parte da una concezione culturale del proprio stile di vita, non necessariamente integralista salutista ma semplicemente essendo l’alcol una sostanza che non serve a nulla va semplicemente tolta dalle nostre abitudini. Attualmente in Italia ci sono due grosse organizzazioni che sono veramente efficaci nel sostenere il principio che bere non serve e sono di aiuto a migliaia di persone: A.A. (alcolisti anonimi) e i CAT (club degli alcolisti in trattamento).
Siccome non bere passa attraverso una mutazione del proprio stile di vita il cambiamento ha bisogno di esperienze emotive forti per instaurarsi ed il gruppo in queste organizzazioni facilitano il fluire emozionale verso se stessi e le altre persone.


Bibliografia: U.Nizzoli – M.Pissacroia. Trattato completo degli abusi e delle dipendenze ed.Piccin

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