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23.03.2009
Life Skills
Corso per utenti della comunità kairos di famiglia nuova
18 dicembre 2008

L’esigenza di definire delle “skills for life” (o più brevemente life skills) intese come “quelle abilità, competenze che è necessario apprendere per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana”, viene avvertita in modo generalizzato a livello mondiale negli anni 80.

L’ampia diffusione di fenomeni di dipendenza da sostanze psicotrope (alcool, tabacco, droga, ....) è effetto e spesso anche causa del diffondersi di forme di disagio a livello individuale e sociale (violenza, furti, aggressioni, dispersione scolastica, disoccupazione, ecc...) hanno messo in crisi gli interventi di prevenzione decisi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e attuati in vari Stati soprattutto in ambito scolastico e nelle situazioni deputate all’apprendimento, dalla famiglia ai centri di formazione. L’informazione, anche se attenta, particolareggiata, gestita con i mezzi tecnologici più avanzati e anche con modalità tradizionali, alla base degli interventi di prevenzione realizzati verso la fine degli anni 70 e per tutti gli anni 80, non ha sortito effetti positivi e quindi non è stata ritenuta una strategia efficace nella lotta contro la droga e sostanze simili. Sul finire degli anni 80 l’OMS cambia strategia e d’accordo, con vari Stati, fonda l’attività di prevenzione sull’attivazione di processi di formazione da realizzare nelle scuole, a partire da quelle dell’infanzia, fino alle scuole secondarie e all’università, senza escludere tutte quelle situazioni in cui si apprende in modo intenzionale, sia di tipo istituzionale che a livello di volontariato. L’obiettivo della nuova strategia è di ridurre l’uso e l’abuso di sostanze psicotrope, prevenendo le cause che ne favoriscano il ricorso da parte dei giovani e dei ragazzi. L’istruzione e la formazione rappresentano le vie con cui “attrezzare” il singolo individuo, a partire dall’infanzia, di quelle conoscenze, abilità e competenze atte a permettergli di affrontare e risolvere i vari problemi che la vita quotidiana gli riserva. Quindi si tratta, secondo l’idea base del progetto dell’OMS, di far acquisire a ciascun ragazzo o ragazza quei saperi, abilità e competenze, quei modi di essere che lo aiutano a diventare una persona, un cittadino, un lavoratore responsabile, partecipe alla vita sociale, capace di assumere ruoli e funzioni in modo autonomo, in grado di saper affrontare le vicissitudini dell’esistenza. L’OMS pubblica nel 1993 il Documento “life skills education in schools” che contiene l’elenco delle abilità personali e relazionali utili per gestire positivamente i rapporti tra il singolo e gli altri soggetti. Si tratta di “competenze sociali e relazionali che permettono ai ragazzi di affrontare in modo efficace le varie situazioni; di rapportarsi con autostima a se stessi, con fiducia agli altri e alla più ampia comunità (dalla famiglia, alla scuola, al gruppo degli amici e conoscenti, alla società di appartenenza, ecc). La mancanza di tali skill socio-emotive può causare in particolare nei ragazzi e nei giovani, l’instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta a stress”.
Il “nucleo fondamentale” delle skills of life è costituito dalle seguenti abilità e competenze:
.Decision making (capacità di prendere decisioni): competenza che aiuta ad affrontare in maniera costruttiva le decisioni nei vari momenti della vita. La capacità di elaborare attivamente il processo decisionale, valutando le differenti opzioni e le conseguenze delle scelte possibili, può avere effetti positivi sul piano della salute, intesa nella sua eccezione più ampia.
.Problem solving (capacità di risolvere i problemi): questa capacità, permette di affrontare i problemi della vita in modo costruttivo.
.Pensiero creativo: agisce in modo sinergico rispetto alle due competenze sopracitate, mettendo in grado di esplorare le alternative possibili e le conseguenze che derivano dal fare e dal non fare determinate azioni. Aiuta a guardare oltre le esperienze dirette, può aiutare a rispondere in maniera adattiva e flessibile alle situazioni di vita quotidiana.
.Pensiero critico: è l’abilità ad analizzare le informazioni e le esperienze in maniera obiettiva. Può contribuire alla promozione della salute, aiutando a riconoscere e valutare i fattori che influenzano gli atteggiamenti e i comportamenti.
.Comunicazione efficace: sapersi esprimere, sia sul piano verbale che non verbale , con modalità appropriate rispetto alla cultura e alle situazioni. Questo significa essere capaci di manifestare opinioni e desideri, bisogni e paure, esser capaci, in caso di necessità, di chiedere consiglio e aiuto.
.Capacità di relazioni interpersonali: aiuta a mettersi in relazione e a interagire con gli altri in maniera positiva, riuscire a creare e mantenere relazioni amichevoli che possono avere forte rilievo sul benessere mentale e sociale. Tale capacità può esprimersi sul piano delle relazioni con i membri della propria famiglia, favorendo il mantenimento di un importante fonte di sostegno sociale; può inoltre voler dire essere capaci, se opportuno, di porre fine alle relazioni in maniera costruttiva.
.Autoconsapevolezza: ovvero sia riconoscimento di sé, del proprio carattere, delle proprie forze e debolezze, dei propri desideri e delle proprie insofferenze. Sviluppare l’autoconsapevolezza può aiutare a riconoscere quando si è stressati o quando ci si sente sotto pressione. Si tratta di un perequisito di base per la comunicazione efficace, per instaurare relazioni interpersonali, per sviluppare empatia nei confronti degli altri.
.Empatia: è la capacità di immaginare come possa essere la vita per un’altra persona anche in situazioni con le quali non si ha familiarità. Provare empatia può aiutare a capire e accettare i “diversi”; questo può aiutare a migliorare le Interazioni sociali per es. in situazioni di differenze culturali o etniche. La capacità empatica può inoltre essere di sensibile aiuto per offrire sostegno alle persone che hanno bisogno di cure e di assistenza, o di tolleranza, come nel caso dei sofferenti di AIDS, o di disordini mentali.
.Gestione delle emozioni:implica il riconoscimento delle emozioni in noi stessi e negli altri; la consapevolezza di quanto le emozioni influenzino i comportamento e la capacità di rispondere alle medesime in maniera appropriata.
.Gestione dello stress:consiste nel riconoscere le fonti di stress nella vita quotidiana, nel comprendere come queste ci “tocchino” e nell’agire in modo da controllare i diversi livelli di stress.
In sintesi l’OMS, con la promozione nelle scuole e nelle istituzioni formative non istituzionali, delle life skills, avvia una strategia di prevenzione attraverso processi di istruzione e di formazione, assumendone il concetto di salute del singolo come “stato di benessere psico-fisico e relazionale” in continuo divenire.
Gli obiettivi dell’OMS possono essere sintetizzati nei tre seguenti punti:
1Migliorare il benessere e la salute dei bambini e degli adolescenti tramite l’apprendimento di abilità e competenze utili per affrontare varie situazioni, anche di fronte all’imprevisto o a situazioni di forte stress emotivo (es. perdita di una persona cara; disoccupazione; insuccesso scolastico o professionale; fallimento in campo affettivo; ecc)
2Prevenire comportamenti a rischio (es. malattie trasmesse sessualmente; uso di sostanze psicotrope; cattiva alimentazione; ecc..)
3Formare i genitori, gli insegnanti, gli educatori in genere e/o eventuali animatori per sistemazioni di tempo libero (es. Sport).
Corso per utenti di comunità terapeutica
Nella cornice epistemologica delle life skills si organizza una giornata di formazione per gli utenti della comunità Kairos di Famiglia Nuova. Obiettivo del corso è rendere consapevoli i fruitori dei dieci punti delle life skills.

Maurizio mattioni marchetti

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