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20/11/2014
IL RITORNO DELL’EROINA
LE NUOVE MODALITA’ DI CONSUMO DELL’EROINA
a cura di:Università della strada.
Il “nuovo” consumo di eroina, in fase iniziale, è spesso associato all’utilizzo di altre sostanze,legali e illegali, giocando a seconda delle situazioni un ruolo inizialmente complementare, per poi divenire col tempo sempre più centrale.

Da alcuni anni in Italia il consumo di eroina viene considerato in declino, soprattutto per la modalità d’uso per via endovenosa, un tempo la più diffusa. Nel frattempo, però, si sono lentamente imposti nuovi stili di consumo e nuove modalità di assunzione della sostanza, che
si è diffusa in nuovi contesti ed ambiti di utilizzo. Contemporaneamente, si sono profilate nuove categorie di consumatori, in buona parte ‘trasparenti’ ai sistemi di rilevamento statistico fin qui utilizzati. La maggioranza di questi nuovi consumatori di eroina non è in
contatto con i servizi di cura perché ritiene di non aver bisogno di alcun trattamento (come nel caso dei giovani consumatori di eroina) oppure perché ha difficoltà di accesso (come può accadere per gli immigrati irregolari).
Il “nuovo” consumo di eroina, in fase iniziale, è spesso associato all’utilizzo di altre sostanze, legali e illegali, giocando a seconda delle situazioni un ruolo inizialmente complementare, per poi divenire col tempo sempre più centrale. E’ sempre più frequente, però, imbattersi anche in giovani consumatori che hanno iniziato a utilizzare eroina senza aver mai assunto alcuna altra sostanza.
Questi nuovi consumatori non si identificano con i “vecchi tossicodipendenti e non necessitano del complesso armamentario che li caratterizzava (siringa, laccio emostatico, cucchiaino, acqua, limone…): per fumare eroina sono sufficienti un accendino, un foglio di carta stagnola e una cannuccia. Il consumo di eroina è così divenuto ‘informale’ e ciò, assieme al ridotto rischio di malattie e di overdose, contribuisce a far sì che queste persone non si percepiscano come “tossicodipendenti” ma come utilizzatori occasionali, al pari di quanto può accadere con l’alcol, le anfetamine o la cocaina.

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