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22/07/2014
RIFLESSIONE SULLA CURA DELLE DIPENDENZE PATOLOGICHE.
di maurizio mattioni marchetti

Perché nel campo delle dipendenze patologiche non è possibile produrre una cura standard misurabile?

Perché nel campo delle dipendenze patologiche non è possibile produrre una cura standard misurabile? La sanitarizzazione o la medicalizzazione del sistema di cura vorrebbe definire ed inquadrare in gabbie interpretative secondo un approccio prettamente medico, sistemi di efficacia, efficienza, ed appropriatezza della cura della dipendenza patologica .
Senza dubbio l’epistemologia medica è fondamentale nel diagnosticare ed intervenire in situazioni di acuzie per stabilizzare la condizione disfunzionale; tuttavia è ben altra cosa quando la cura interviene nei processi di cambiamento delle strutture di pensiero e delle conseguenti funzioni di interpretazione e significazione della realtà. La caratteristica olistica di tale intervento ha una serie infinita di variabili Soggettive che è praticamente impossibile ricondurre in schemi Oggettivi di osservabilità in senso scientifico.(Non c’è ancora una formula matematica che misura la felicità individuale).
Uno dei dati ricorrenti della misurazione dell’efficacia è la questione tempo, secondo questo modello meno tempo si utilizza nell’intervento migliore risulta la performance prestazionale. Nelle dipendenze patologiche non ci sono tempi brevi, il processo di cambiamento è per sua natura strutturato su tempi lunghi, per cui un trattamento breve non equivale ad una risoluzione del problema ma ad un abbandono, quindi ad un dato che secondo il parametro tempo verrebbe valutato come negativo.
La tracciabilità come storia del percorso terapeutico, è una sequenza di avvenimenti narrativi che alla fine formano una biografia all’interno di relazioni con operatori. In qualsiasi modo venga scritta, sia in linguaggio formale o tecnico per professione, sempre una narrazione rimane cioè un testo di letteratura. La letteratura per sua natura non è inquadrabile nei sistemi di misurazione per cui viene meno la deduzione del dato scientifico per definire l’appropriatezza, l’efficacia, l’efficienza. La conclusione è che qualsiasi tentativo di valutazione non può essere oggettiva ma sarà sempre frutto di una forma di giudizio Soggettiva.
Ciò che mi preme dire con questa riflessione è, primo, sottolineare che in contrasto con i modelli emergenti di intendere la sanità pubblica, nel settore delle dipendenze patologiche non può esistere una cura di breve durata; secondo, che i sistemi di misurazione degli interventi sono fallimentari nella genesi della loro strutturazione, per cui l’unico modo per capire se ciò che facciamo ha un riscontro è la parola dell’assistito rispetto ad un miglioramento dichiarato.

Maurizio Mattioni Marchetti

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