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03.07.2012
Nuove forme di dipendenza senza sostanze.
Maurizio.

Descrizione e definizione di comportamenti problematici nell'area della dipendenza patologica.

LA DIPENDENZA DAGLI ACQUISTI:
Tale forma di dipendenza si basa sul desiderio morboso e irrefrenabile di acquistare oggetti inutili o superfli. Il denominatore comune degli acquisti di natura patologica sta nella tendenza ripetuta ad acquistare oggetti. In letteratura si è soliti distinguere due forme principali di consumo patologico:
• Consumopatia abusiva: la dedizione esagerata agli acquisti è un sintomo di un disturbo psichico di natura patologica, quale ad es: una depressione, un delirio schizofrenico o una demenza.
• Consumopatia da dipendenza: la dedizione esagerata agli acquisti è dovuta al mancato controllo dell’impulsività che si manifesta in due sequenze: in primo luogo, si riscontra la necessità irrefrenabile di acquistare un oggetto, accompagnata da un forte sentimento di ansia e irritabilità che aumenta se non viene effettuato l’acquisto,
mentre, una volta aver dato briglia sciolta alla frenesia degli acquisti, si entra in uno stato di rilassamento piacevole, in seguito offuscato spesso dal senso di colpa; in secondo luogo,si rileva il ripetersi della necessità di fare acquisti dopo un periodo che
può andare da alcune ore a varie settimane o mesi. Al momento dell’acquisto, il soggetto dipendente prova sensazioni acute di piacere, analoghe per alcuni aspetti a quelle prodotte dalla somministrazione di cocaina o di un narcotico a un tossicodipendente.

LA DIPENDENZA DAL GIOCO (GAMBLING):
Il giocatore dipendente (gambler) è un appassionato al gioco che ha perso il controllo del suo impulso al gioco, per cui la sua passione volontaria si è trasformata in una necessità irrefrenabile.
La dipendenza dal gioco è l’unica dipendenza legale senza uso di droghe riconosciuta ufficialmente dalla psichiatria americana come un’alterazione psichica originata dal disturbo del controllo degli impulsi.
La dipendenza dagli impulsi consiste, pertanto, in un impulso incontrollato che è accompagnato da una forte tensione emotiva e non si lascia influenzare dal pensiero riflessivo. Quando il dipendente si abbandona al gioco, attraversa un momento di sommo piacere che può raggiungere il livello della sbornia o dell’estasi, causata dalla sensazione che il tempo si sia fermato e dal fatto che il soggetto esce da se stesso per entrare in uno stato di coscienza particolarmente alterato.
La base biologica della dipendenza da gioco va dalla iposerotoninergia, indice di mancanza di controllo nel comportamento, alla ipernoradrenergia, che è implicata a sua volta nella frenesia
piacevole e nella sindrome di astinenza o di protesta personale.
La situazione scolastica, lavorativa, familiare ed economica del dipendente si aggrava a poco a poco, senza che questo costituisca però un deterrente per l’interruzione del gioco incontrollato.

LA DIPENDENZA DA TELEVISIONE, DA COMPUTER, DA INTERNET:
La teledipendenza è sempre il frutto di un consumo eccessivo di televisione o di una fissazione anomala nei suoi confronti. Con il termine “consumo eccessivo” si intende la contemplazione regolare di una quantità eccessiva di televisione, mentre “fissazione anomala”
sta ad indicare l’abitudine di guardare la televisione in condizioni del tutto sconsigliabili, per esempio in un atteggiamento silenzioso ed immobile, da soli o ignorando la compagnia di possibili persone presenti, ecc. Quindi, le due fonti principali della teledipendenza sono:
Teleabuso Contemplazione regolare di una quantità eccessiva di televisione. Telefissazione Contemplazione della televisione da soli, in atteggiamento silenzioso ed immobile.
La diffusione della teledipendenza assume proporzioni assai vaste e ciò è dovuto al fatto che si abusa nel consumo di televisione e perché non si è ancora imparato a guardarla in maniera corretta. Il teleabuso provoca una specie di intossicazione cronica che trasforma gradualmente la mentalità del telespettatore che diventa passivo (con perdita di iniziativa, impulso e senso critico) ed apatico (con indifferenza e mancanza di motivazione), come se si trovasse al livello del nirvana di Buddha, dal quale esce ogni tanto con un’ondata di impulsività spesso
interpretata come un comportamento violento. Il teleabusante si ritrova immerso in un mondo di profonda apatia con scoppi di violenza improvvisa .
Nel caso dei bambini di qualunque età, la telefissazione provoca uno stato di trance semipnotico. L’immagine televisiva si sdoppia e divora la mente infantile, se durante questo processo non intervengono i commenti di un adulto presente.
Quasi lo stesso accade negli adulti dotati di scarsa energia psichica, ipersensibili, ultraricettivi o molto suggestionabili.
Il quadro complessivo della teledipendenza si sviluppa progressivamente andando a scapito del rendimento scolastico o dell’efficienza sul posto di lavoro, della comunicazione sociofamiliare e perfino del livello intellettuale ed affettivo del soggetto, sempre più caratterizzato dall’apatia, da un atteggiamento passivo e dalla mancanza di senso critico.
Relativamente alla dipendenza da computer e da Internet, bisogna precisare che non tutte le persone che li usano ne diventano poi dipendenti. Nelle case, sul posto di lavoro e a scuola,
milioni di persone ogni giorno spediscono le loro e-mail, ricercano dati per i loro studi e affari, si tengono aggiornati, ecc. Questo tipo di utente non resta alzato tutta la notte per colloquiare nelle chat line, né va a trucidare draghi nei giochi interattivi bensì continua a
prestare attenzione alle relazioni che ha nella vita reale e non si sottrae ai suoi obblighi e alla sua responsabilità quotidiane.
Eppure, ogni giorno un numero sempre maggiore di utenti e di loro familiari viene fuori con racconti angosciosi di vite sfuggite a ogni controllo. Per queste persone, il solo fatto di digitare la propria password ha dato origine a una serie di grossi problemi nel momento in cui sono arrivati a considerare Internet non come uno strumento tecnologico, ma come una tentazione tecnologica.
La maggior parte degli studi condotti sull’argomento hanno dimostrato che: molti Internet-dipendenti avevano già significativi problemi emotivi o psichiatrici ancora prima di essersi mai collegati alla rete; molti Internet-dipendenti sono ex alcolisti o ex tossicodipendenti;
gli uomini e donne fanno uso del mondo on line in modo molto diverso: i primi sono più orientati verso le fonti di informazione, giochi interattivi di tipo aggressivo, spazi chat sessualmente espliciti e cyberpornografia, le seconde prediligono le chat room per allacciare amicizie che diano qualche tipo di sostegno, per cercare un’avventura romantica o per lamentarsi dei mariti. Le donne, inoltre, vivono con sollievo il fatto che nessuna persona incontrata in Rete possa conoscere il loro aspetto fisico; molti Internet-dipendenti adottano in Rete personalità diverse; è sbagliato credere che tutti gli Internet-dipendenti siano timidi, molti di loro sono infatti estroversi e sicuri di sé; tra gli Internet-dipendenti la negazione del problema è molto diffusa, come peraltro lo è per qualunque tipo di dipendenza.

DIPENDENZA SESSUALE:
I dipendenti sessuali, hanno perso il controllo sulla loro capacità di dire no. Il loro comportamento sessuale è parte di un ciclo di pensieri, sentimenti ed azioni che non possono più controllare. Invece, di gustarsi il sesso come una fonte di piacere, queste persone si
relazionano al sesso per confrontarsi con il dolore, prendersi cura di sé, rilassarsi dallo stress.
Tale ossessione trasforma il sesso nella relazione primaria per la quale tutto il resto viene sacrificato, inclusi la famiglia, gli amici, la salute, la sicurezza ed il lavoro.
Alla luce di tali considerazioni, potremmo definire la dipendenza sessuale come una relazione malata con il sesso, che ha lo scopo di permettere alla persona di alleviare lo stress, di fuggire dai sentimenti negativi e dolorosi e dalla relazioni intime che non è capace di gestire.

IL RISCHIO ESTREMO:
Nell’epoca attuale il rischio riveste una molteplicità di forme e significati, che tuttavia mantengono fra loro un legame di parentela. Tutti i “nuovi avventurieri”, indipendentemente dal tipo di prodezza messa in atto, sono spinti dalla ricerca dei limiti che abbiano un valore di garanzia per l’esistenza. “Andare all’estremo di se stessi”, “oltrepassare i propri limiti”, ecc., sono tutti comportamenti di sfida necessari per affrontare se stessi, sotto gli occhi degli altri
che conferiscono un valore ancora maggiore a una posta in gioco che pure rimane intima.
Attraverso la ricerca dei limiti, l’individuo indaga le proprie caratteristiche, esamina ciò che è, impara a riconoscersi, a restaurare un valore alla sua esistenza.
Ma ogni limite presenta sempre un’ambiguità che sta nel fatto che può essere sempre posposta, spinta più oltre in una spirale senza fine. Affrontare i limiti, è un modo di avvicinare la morte e talvolta di cozzarvi frontalmente, cioè di stare simbolicamente sul crinale tra vivere e morire.

DIPENDENZA DAL LAVORO:
La dipendenza dal lavoro costituisce una delle forme di dipendenza lecita senza uso di droghe.
In realtà tale forma di dipendenza non è poi così recente dato che la sua presenza si registrava già 50 anni fa. La novità rappresentata dagli ultimi tempi è che mentre una volta era una forma di dipendenza tipicamente maschile, la dipendenza dal lavoro oggi colpisce con una
certa frequenza anche le donne.
Il dipendente dal lavoro avverte la forte necessità di dedicare la sua vita ed il suo tempo al lavoro a costo di ridurre o eliminare del tutto la sua vita familiare e personale. Il dipendente vive per il suo lavoro e si sente desolato, vuoto, angosciato o irritabile quando ne è lontano,
come succede in un giorno festivo e nei fine settimana.
La dipendenza dal lavoro può causare seri danni alla salute: sindrome: la sindrome da stress può sfociare in una malattia depressiva, in un disturbo psicosomatico, nell’abuso di alcol e droghe, fino ad arrivare alla crisi acuta di malattia coronaria o morte repentina.

LA DIPENDENZA AFFETTIVA:
Tale forma di dipendenza colpisce soprattutto le donne, le cosiddette donne che amano troppo. Con questo termine ci si riferisce a donne di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali che, cresciute con la convinzione che donna significhi dare, sono incapaci di volersi bene.
Donne che, insicure e bisognose di conferme, vivono la dipendenza d’amore affidando ad altri il compito di renderle felici.
Donne fragili che, alla continua ricerca di un amore che le gratifichi, si sentono inadeguate, insomma donne che hanno difficoltà a prendere coscienza di loro stesse e del loro diritto a stare bene. Nelle relazioni affettive, queste persone elemosinano attenzioni e continue
conferme poiché tutto ciò aiuta a contrastare e neutralizzare il profondo senso di impotenza, disagio e vuoto affettivo che avvertono intensamente a livello personale.

DOPING:
Si definisce doping l’utilizzo di qualsiasi intervento esogeno (farmacologico, endocrinologico, ematologico, ecc.) o manipolazione clinica che, in assenza di precise indicazioni terapeutiche, sia finalizzato al miglioramento delle prestazioni, al di fuori degli
adattamenti indotti dall’allenamento. Tale pratica va a produrre danni organici che, purtroppo, sono diagnosticabili solo a posteriori.
Le sostanze dopanti sono: gli stimolanti, i narcotici, gli anabolizzanti, gli ormoni proteici, glicoproteici e analoghi, i diuretici, mentre tra le sostanze con restrizione si menzionano: i
cannabinoidi, i corticosteroidi, i betabloccanti, gli anestetici.

FARMACODIPENDENZA:
La farmacodipendenza è uno stato psichico e talvolta fisico, risultante dall’interazione tra un organismo vivente e un farmaco, caratterizzato da modificazioni comportamentali e da altre reazioni che implicano sempre una compulsione a prendere il farmaco periodicamente o
continuativamente per sperimentare i suoi effetti psichici e talvolta per alleviare il malessere derivato dalla sua mancanza. Un individuo può essere dipendente da uno o più farmaci.
Il tipo ed il grado di dipendenza, che varia molto da sostanza a sostanza, può essere di tipo fisico e/o psichico e in base a ciò è possibile individuare due tipi di dipendenza: quella fisica e quella psichica.

a cura di Maurizio Mattioni Marchetti

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