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30.04.2011
La scalata del potere del denaro sull'umanità.
Maurizio Mattioni Marchetti

Il denaro attiva legami da condizionare gravemente la vita delle persone,il denaro diventa tema dominante, una idea ossessiva.

Le società o le visioni del mondo sono organizzate in base alle priorità che esse stesse si danno. In vetta alle priorità odierne sta il denaro e il denaro può causare malattia.
Il denaro attiva legami da condizionare gravemente la vita delle persone,il denaro diventa tema dominante, una idea ossessiva.
Il denaro da strumento per il benessere si trasforma in rapporto d’amore e odio,in cui lo strumento diventa il compagno di vita, cercato nella mancanza e buttato una volta posseduto o posseduti.
Il risultato è la dipendenza patologica come nell’assunzione delle droghe,in cui il drogato sa bene gli effetti disastrosi della sua dipendenza,eppure è disposto a qualsiasi cosa per una breve sensazione di sollievo da una crisi di astinenza.
Giocare per avere più denaro,inseguendo la chimera di un sogno di vita virtuale come nel mondo digitale,in una coazione a ripetere sempre gli stessi gesti (come nelle macchinette dei bar)asserviti ad una dipendenza senza oggetto.
Se il proprio valore personale è commisurato in base al possesso dei denari,al quel punto solo delle quantità rendono apprezzabile la visione di sé stessi,le persone scompaiono in un cono d’ombra in cui la depressione è l’aspetto patologico,solo il sogno di recuperare magicamente denaro può prolungare delle vite,sospese al sogno virtuale di ciò che potrebbero essere e non saranno mai. Il meccanismo della vita si inceppa in un eterno inizio della ripetizione perpetua della giocata annullando qualsiasi progetto di vita possibile.


“la sera tornavo, mangiavo, mi sedevo sul divano, pensavo al nulla. Anche la domenica ero sempre apatico, me ne stavo sul letto a dormire oppure sul divano a guardare la tv. E’ stato un periodo molto duro e molto buio. Si perde la misura della vita, si crede di essere sempre dentro a un casinò dove tutto è ovattato, il mondo esterno non esiste ci sei solo tu con la tua possibilità di vincere, di perdere.”

“Cominciai ad andare con degli amici al casinò o a giocare ai cavalli. Da lì mi è venuta la compulsione del gioco. E mi sono messo a giocare. Quando giocavo non pensavo a niente né a mia moglie, né a mio figlio, né ai parenti. Bastava che stessi davanti alla macchinetta oppure, andavo al casinò, a Ibiza, per esempio. L’importante era andare a giocare, della famiglia non mi fregava niente, la dimenticavo. Mi ricordo che quando venivano le feste natalizie o le ferie estive, visto che io e mia moglie le trascorrevamo separati, io dedicavo tutto il mio tempo al gioco. Mi giocavo i soldi delle bollette: al posto di andarle a pagare mi fermavo al bar. Alla sera, quando finivo di lavorare, mi fermavo al bar per giocare alla macchinetta e, la mattina successiva, invece di andare a lavorare, tornavo a giocare a quella macchinetta in cui io avevo messo i soldi la sera prima.”

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