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12.01.2011
CLUB DRUGS:DROGHE LEGGERE?
Pier Francesco Mannaioni,Guido Mannaioni,Emanuela Masini
Nel dibattito politico il concetto di differenzazione di droghe leggere e droghe pesanti non ha più senso di essere proposto.
Il cervello è nell’uomo il centro fondamentale della vita di relazione,
l’organo il cui funzionamento condiziona la normalità, gli stati d’umore,
la felicità. Ricercate e ‘sperimentate’ dai loro consumatori per raggiungere
stati che apprezzano come condizioni di vita ‘normale’ o ‘felice’, tutte
le droghe, in effetti, agiscono sul sistema nervoso centrale.
La nuova tassonomia del sistema nervoso centrale, che si distingue dalla
vecchia, pur sempre valida, nomenclatura topografica (cellule; nuclei;
proiezioni e vie di comunicazione), si concentra su una visione neurobiochimica
(cellule che in un determinato nucleo producono un neurotrasmettitore
prevalente, responsabile di effetti comportamentali). Nell’ambito di
questa nuova concezione, si intende con pleasure brain una serie di nuclei,
situati nel sistema mesolimbico-nigrostriatale le cui cellule sintetizzano,
immagazzinano e secernono uno specifico neurotrasmettitore, la dopamina,
accettato come punto di partenza per una condizione psicologica
positiva (reward; premio; rinforzo positivo).
In effetti, alcune droghe (eroina, cocaina, alcol, cannabis, amfetamine)
producono, almeno nell’animale da esperimento, l’attivazione dei neuroni
del pleasure brain, con la conseguente sovraproduzione e sovraesportazione
della dopamina ad altre zone sia del sistema nervoso centrale sia della
periferia effettrice. Qui, almeno secondo i parametri della psicofarmacologia
sperimentale, si manifestano effetti comportamentali paragonabili
alla sensazione di benessere. Al paradigma dopaminergico fanno eccezione
alcune droghe, quali le preparazioni etnotossicologiche del peyote, di
psilocybe, di ololicui e dell’amanita muscaria, attive su altri neuroni che
producono trasmettitori diversi dalla dopamina.
Se, dunque, si accetta l’ipotesi che alcune droghe occidentali si fondano
su un modo di azione comune si arriva alla critica di un concetto ampiamente
diffuso, con gravi corresponsabilità mediatiche, tra i giovani, che
ostinatamente credono all’esistenza di «droghe pesanti» e «droghe leggere
». Se è vero, come sperimentalmente è vero, che le droghe maggiormente
diffuse (eroina, alcol, cocaina) agiscono sullo stesso bersaglio (la dopamina),
cade la distinzione delle droghe in «pesanti» e «leggere».
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